Il 14 ottobre 2022 è finalmente terminata la prima stagione de “Gli anelli del potere” (detto con voce roboante e ieratica).
Sono state 8 puntate di “vagamente ispirate” all’opera di J.R.R. Tolkien.
E' stato un costosissimo disastro per Amazon, vediamo brevemente perchè.
Premesse deliranti
Non vi aspettate un’analisi scena per scena, perchè onestamente non ne ho voglia e non ne ho tempo.
Il discorso inizia nel novembre 2017, quando Amazon compra dalle Tolkien estate dei “diritti”. La Tolkien estate è gestita da persone probabilmente più interessate alla pecunia che all’integristà artistica, così nella gara all’acquisizione Amazon vince su Netflix e HBO, ottenendo questi diritti per 250 milioni di dollari.
Il problema è che la situazione dei diritti è complessa a dir poco:
- Amazon non ha comprato diritti per produrre film
- Ha comprato diritti per fare una serie televisiva di almeno OTTO EPISODI.
- Ha comprato i diritti del signore degli Anelli e dello Hobbit, incluse le appendici di questi libri, che menzionano diversi fatti e personaggi delle ere precedenti.
- Non ha comprato i diritti del Silmarillion e delle storie incompiute, quindi non può usare eventi e personaggi di questi libri se non sono menzionati nei diritti comprati.
Sembra poco materiale, ma come ci illustra questa discussione su reddit non è poi poca roba.
Quindi in teoria ci sarebbe parecchia carne al fuoco, ma come veniamo poi a sapere dopo, la prima stagione viene ambientata nella seconda era, probabilmente per sfruttare “zone scoperte” da Tolkien dove è possibile lavorare di creatività per creare una storia che si incastri al meglio nella mitopoiesi Tolkeniana. (tradotto: “creazione del mito”).
Facendo fare il lavoro a delle persone competenti potrebbe venire fuori un lavoro decente… e invece no.
dilettanti allo sbaraglio…
Fare una trasposizione di un’opera del genere è complesso, perchè è una ambientazione che è stata immaginata nei dettagli dal suo autore.
Ed è stata il lavoro di una vita, a partire dagli appunti che ha scritto nelle trincee durante la prima guerra mondiale.
Ci sono stati una serie di segnali che mi hanno quantomeno sollevare un sopracciglio:
- I curatori (showrunner) della serie non avevano un curriculum appropriato. Io capisco dare spazio ai giovani, ma devi quantomeno farti della gavetta prima di prendere le redini di un progetto così ambizioso.
- Le interviste agli autori hanno cominciato a dire che avrebbero “aggiornato gli scritti di Tolkien alle sensibilità moderne”. Posso capire l’intenzione di “limare” certi contenuti che al giorno d’oggi possono urtare sensibilità differenti, dopotutto la società è cambiata. Il problema è che quando pensi di “riscrivere” Tolkien, è difficile che il risultato sia all’altezza, perchè la comparazione è inevitabile: quando sei un brocco incompetente si vede. Il motto del “fake it, until you make it”, ti può servire per aumentare l’autostima se hai le capacità. Ma non ti fa fare miracoli, se le capacità mancano.
- Hanno licenziato il consulente esperto di letteratura Tolkeniana Tom Shippey. Il perchè non si sa, il gossip che si legge è che si fosse lamentato che stessero rovinando l’ambientazione.
Parte della colpa è forse di Bad Reboot?
Introduciamo un poco di complottismo per rendere il post più intrigante.
I due Showrunner, Payne e McKay, sono usciti dalla società Bad Robot di J.J. Abrams.
Costui è stato il creatore di LOST e di una serie di altre produzioni, come serie e film. E' riuscito con rara maestria a rovinare due brand come Star Trek e Guerre Stellari. E tramite i suoi sottoposti ha continuato in questi anni a sfornare cagate sbrilluccicanti, ma che generalmente incassano molti soldi al botteghino.
Va da se che probabilmenente quando Amazon doveva valutare diversi curriculum per la gestione della serie, ha PROBABILMENTE valutato anche questi qua che si erano proposti. E visto che erano sotto JJ, hanno chiesto a lui, che ha probabilmente detto “MA CEEEEERTO CHE SONO BRAVI!”
https://www.cnbc.com/2022/09/09/amazon-the-rings-of-power-firsttime-showrunners.html
Che poi a leggere le alcune interviste, hanno impressionato per il “piano da 50 ore per le stagioni” e per il fatto che parlavano elfico col nipote di Tolkien.
Ok, erano nerd, ma non necessariamente bravi sceneggiatori. Anche a me piace il filetto alla wellington, ma non sono sicuro di poterlo fare come un cuoco Michelin.
Altro errore: il target mancato.
Non si è capito a chi miravano in questa produzione. Probabilmente si sono fermati a “i clienti di amazon prime” e “nuovi utenti attirati dalla produzione che non sono clienti di amazon prime.
Questo è un errore di marketing clamoroso: se non pensi a chi potrebbe comporre il bacino demografico, che dovrebbe diventare il tuo “cliente”, come fai a interessarlo e tenerlo incollato allo schermo?
Questa incapacità (o ignoranza) è venuta fuori durante gli episodi:
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Se volevi farla per un pubblico di famiglie o generico o che era rimasto stupefatto dalle pubblicità fatte ovunque (anche al superbowl americano), dovevi puntare su una storia avvincente e senza troppi richiami all’ambientazione.
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Se volevi fare una storia per il fandom o per chi aveva visto i film di Peter Jackon, dovevi essere estremamente fedele (nei limiti pratici del possibile).
Invece la produzione è rimasta indecisa, cercando di compore una storia con ritmi sbagliati, con tempi sbagliati e sopratutto banale e superficiale.
Ed è stato speso un miliardo di dollari tra diritti e produzione?
Non mi sorprende che la prossima stagione sarà tra due anni e sarà spostata nel Regno Unito, dove sicuramente i costi saranno più bassi rispetto alla Nuova Zelanda.
La Tematika “woke”
Ci sarebbe da parlarne, se non fosse un argomento periferico.
Si è fatto un gran parlare dell’elfo nero (non un drow, proprio di pelle nera) e della moglie di Durin cioè la principessa Disa (personaggio inventato) “la prima rappresentazione in film di una donna dei Nani”. Anche lei di pelle nera e la dichiarazione la diceva l’attrice (Sophia Nomvete) durante le presentazioni.
A parte il fastidio iniziale delle dichiarazioni, in realtà poi il personaggio di Disa ci sarà per una ventina di minuti in tutta la serie e come personaggio è abbastanza spassoso. (anzi i Nani sono generalmente il pezzo migliore della stagione!)
Anche l’elfo nero Arondir (Ismael Cruz) alla fine dei conti va benone: si comporta un poco da investigatore e un poco da ranger. Per il resto è rincoglionito, perchè dopo aver vissuto nelle terre del sud per un centinaio d’anni o più, non sa nulla delle tradizioni di quei posti. Ma d’altra parte tutti gli elfi maschi sono rincoglioniti, probabilmente è la lacca elfica che si passano sui capelli per tenerli in piega.
…Tranne la “pigna-in-culo”
Il personaggio di Galadriel è odioso perchè scritto malissimo. (Poi non so se l’attrice è cagna di suo o è anche diretta male)
E deve essere ovviamente “Female Fantasy Jesus”:
- Ha sempre ragione lei, guai a darle torto
- Sa fare tutto lei
- E' più brava di tutti a combattere
- E' più brava di tutti a galoppare a cavallo
- Sa nuotare per migliaia di leghe in mare aperto
- Eccetera.
E' pura Misandria su schermo.
Concludendo
Io ho staccato Amazon Prime quando è finita la serie di Fantascienza più coinvolgente degli ultimi anni, The Expanse.
E non l’ho più riattivato.
Questa produzione non mi ha spinto a rifarlo, se non l’avessi vista con i miei amici, non mi sarei nemmeno approcciato.
Non credo che guarderò la seconda stagione, salvo non ci sia uno showrunner di cui mi fido.
La foto è tratta dal sito dello spicchio d’aglio.
> I took a speed-reading course and read 'War and Peace' in twenty minutes. It involves Russia.
> — <cite>Woody Allen</cite>
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